Perché posso aiutarti?
Perché attraverso il mio cammino ho trovato a mia volta
AUTENTICITA', POTERE PERSONALE e FIDUCIA.
Ecco perché mi espongo raccontandoti la mia storia,
perché tu possa illuminare la tua.
Il mio metodo consiste in un percorso breve che ti aiuta a splendere come meriti!
Storia di una ragazza normale
Sono cresciuta convinta che la normalità potesse preservarmi dalle cose brutte.
Davanti a me, bassina di statura, erano tutti più bravi e interessanti. Io, timida, mi facevo da parte lasciando il posto a chi aveva cose più esaltanti da raccontare. Io non avevo poi tanto da dire: “Come va Stefy?” “Bene, niente di che…”
Avevo chinato la testa diverse volte in passato:
rinunciavo a esami e impegni perché non mi sentivo in grado,
rimandavo i viaggi perché non avevo abbastanza soldi,
evitavo le compagnie perché non mi sentivo all’altezza.
Anche a scuola mi accontentavo di risultati mediocri.
Seguivo passo-passo il manuale della brava ragazza: ti diplomi, ti accontenti di far pulizie per lo stipendio fisso, trovi un brav’uomo, compri casa e ti sposi. Per me questa era la normalità.
Il primo scossone arrivò il giorno dopo il matrimonio (2014). Gli amici mi inviavano le prime foto. Ero soddisfatta per aver organizzato la giornata come volevo: tranquillo, economico, niente scherzi idioti che mi avrebbero messa a disagio,… Ma mi son chiesta “Ora ho tutto, la corsa è finita. E adesso?”.
Ho lasciato passare le giornate all’insegna del “niente di che”.
La chiamata per l'India.
A novembre 2016, scorrendo facebook, trovai l’inserzione di Valentina: voleva portare un gruppo in India a febbraio. Quella terra mi chiamava da molti anni, ma avrei dovuto rinunciare anche stavolta: impensabile chiedere 15 giorni col part time.
Eppur avevo bisogno di spezzare la monotonia: da un anno facevo i turni di notte, di giorno ciondolavo per casa. Studiavo per l’Accademia senza concentrazione e in preda alla “rimandite acuta”.
Il secondo scossone fu improvviso: a fine dicembre 2016 mi comunicarono la chiusura dell'appalto. Sconforto, rabbia e frustrazione. Comprata casa due mesi prima, c’era già da tornare coi piedi per terra. Ho passato il giorno di Natale tra letto e divano, stomaco chiuso e telefono spento.
Passando le ore su facebook, mi tornò in mente quell’inserzione... “Pronto Valentina… C’è ancora posto? Vengo anch’io!” Così ho scansato quel malessere con un entusiasmo fuori dalle righe.